Ringraziamento in occasione della immissione canonica nella Parrocchia di Carosino (TA)

don Filippo Urso

 

Eccellenza Rev.ma, Mons Filippo Santoro, Mons. Alessandro Greco, Vicario Generale, Mons. Emanuele Tagliente, Vicario dell’Istituto Secolare Servi della Sofferenza, Reverendissimi sacerdoti, carissime religiose e religiosi dell’Arcidiocesi, Signor Sindaco di Carosino e di San Giorgio jonico, tutti voi fedeli di Carosino, San Giorgio e Taranto, pieni di gioia e di gratitudine eleviamo insieme il nostro Magnificat alla SS. Trinità per le meraviglie che continua a compiere nelle nostre vite. E lo facciamo con alcune parole dell’apostolo Paolo alla Chiesa che era in Corinto:

[Carissimi], avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata fatta (v. 1)… Noi non annunciamo noi stessi, ma Gesù Messia [e] Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Brilli la luce dalle tenebre», è colui rifulse nei nostri cuori, per lo splendore della conoscenza della gloria di Dio [che è] nel volto di Cristo (2Cor 4,1.5-7).

A.

1. Ringraziamo Dio per la sua misericordia: il ministero di parroco nel quale questa sera Mons. Arcivescovo mi immette canonicamente è un dono che viene dall’amore misericordioso di Dio. Anzitutto a Dio - che è all’origine di ogni operazione, ministero e dono - va dunque il nostro ringraziamento. E con questi sentimenti di gratitudine non abbiamo paura, ma apriamo il nostro cuore alle novità di Dio: se Dio che ogni giorno fa nuove tutte le cose (cf. Ap 21,5) come Lui anche compiamo con gioia la volontà di Dio che, ogni giorno, è sempre un nuovo inizio. Con sant’Agostino diciamo anche noi: “Chi crede parte e chi ama corre”.

2. Grazie Ecc.za per la fiducia cha ha avuto nell’affidarmi questa porzione del popolo di Dio che è in Carosino; quando mi chiamò mi disse “per arricchire la tua esperienza pastorale ho pensato di farti parroco” e - come è nello stile di Dio - ha voluto arricchirmi spogliandomi di tante altre esperienze pastorali affinché libero da tutti possa essere servo di tutti a motivo del Vangelo (cf. 1Cor 9,19.24). In questo cammino mi aiuti, Ecc.za a crescere nell’amore a Gesù Buon Pastore.

3. Grazie a te don Lucangelo per quello che sei e per quello che hai fatto in questi anni per questa comunità: mi lasci un importante eredità spirituale che ha le sue radici profonde nel cuore di don Angelo Marzia. E anche a te don Francesco Santoro va il mio ringraziamento, non solo per essermi stato vicino in questi giorni, ma soprattutto per il lavoro svolto finora come Vicario Parrocchiale.

4. Grazie anche a voi fedeli di Carosino per la bontà con la quale mi avete accolto. Arrivando per la prima volta in Parrocchia lunedì 4 settembre, un anziano signore in bicicletta mi vide entrare nell’atrio interno dell’oratorio, mi raggiunse e mi chiese: “è lei il nuovo parroco?”, “sì” risposi; “come vi chiamate?” “Cataldo - e continuando mi disse –

“benvenuto a Carosino”, mi abbracciò e mi diede due baci. Ecco Ecc.za il cuore accogliente di questo popolo ricco di fede e di opere buone. Se poi, come insegna Papa Francesco “un prete si lascia stancare dai problemi e dai bisogni delle persone, [ancor più] riceve[rà] l’affetto e l’amore gratuito del Popolo di Dio”.

5. Un grazie di cuore a tutti quei medici, infermieri e operatori sanitari e pastorali con i quali ho condiviso 22 anni della mia vita e del mio ministero in Ospedale e nella pastorale della salute in Arcidiocesi: vedo tanti volti qui presenti: a loro e a tutti gli ammalati che Dio mi ha fatto incontrare va la mia gratitudine per ciò che mi hanno dato. Si è trattata di un’esperienza forte ed autentica - che continuerò con gli ammalati di Carosino -: è nel contesto del dolore e della malattia che si vivono relazioni autentiche che preparano all’incontro finale con Cristo grazie il ministero del sacerdote.

6. Un grazie alla mia famiglia, qui rappresentata da mia sorella e mio fratello con le loro rispettive famiglie; mio padre non è presente per poter stare accanto alla mamma allettata con l’Alzheimer a casa. Se oggi sono qui è grazie alla fede che mi hanno trasmesso. Infine, voglio ricordare e ringraziare don Pierino Galeone, fondatore dell’Istituto secolare “Servi della Sofferenza” a cui appartengo, Istituto voluto dallo stesso San Pio da Pietrelcina per servire Cristo e i fratelli nelle sofferenze del corpo e dello spirito. Il dono del sacerdozio di Cristo mi è stato dato dalla Madre Chiesa attraverso il sacerdozio di Padre Pio e di don Pierino Galeone.

 

B.

1. “Noi non annunciamo noi stessi, ma Gesù Messia [e] Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù... Ogni “sacerdote, infatti, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio” (Eb5,1). Quindi “Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio” (1Cor 4,1) e del suo amore misericordioso verso i fratelli. Richiamando l’orizzonte dell’eternità che illumina il senso delle realtà presenti, vorrei farvi incontrare Gesù, perché - ci ricorda Papa Benedetto - “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1).

Con la preghiera e i sacramenti, parlando a Dio di voi e a voi di Dio, camminiamo insieme secondo il Vangelo della gioia, per conoscerci e volerci sempre più bene.

Alla Madonna delle Grazie, alla quale è intitolata la nostra Parrocchia, a San Cataldo, a San Biagio, San Francesco de Geronimo e a San Pio da Pietrelcina affidiamo il nostro ministero e lo poniamo sotto la loro protezione.

Sia lodato Gesù Cristo