PARROCCHIA S.Maria delle Grazie di Carosino | |
a cura di Don Ciro Alabrese |
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Gruppo Famiglie – “I due pattinatori” - Carosino: L’icona del Salvatore di Zvenigorod
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(....)Il volto di Cristo, l’unico della serie originaria rimasto sull’icona centrale, presenta una vasta porzione della capigliatura e piccole zone della fronte totalmente scomparse mentre, la sezione in basso a sinistra dell’icona, è completamente priva di pittura. La sensazione è che il volto di Cristo appare in mezzo ad un grande caos. Un volto triste ma ancora bellissimo ci guarda attraverso le rovine del nostro mondo dicendoci: «Che cosa avete fatto all’opera delle mia mani?».La storia di questa icona, una storia di perdita e di ritrovamento, contiene un monito ed una rassicurazione. Sembra esprimere un rimprovero: «Se avessi compreso anche tu…la via della pace» (Lc 19,42), ma anche un invito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28). Cristo ci ammonisce contro la nostra tendenza distruttiva, ma nello stesso tempo ci manifesta che l’amore di Dio è più forte, molto più forte della nostra inclinazione a distruggere ciò che è stato fatto in maniera perfetta.Uno dei pregi più straordinari di questa icona è che Gesù sembra quasi muoversi in avanti ma, avendoci notato, si giri verso di noi e ci guardi dritto in faccia:«Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore aveva detto» (Lc 22,61). Come Pietro, anche noi dobbiamo ricordarci delle nostre promesse presuntuose, della nostra incapacità di mantenerle, della nostra mancanza di fedeltà e della nostra impotenza quando siamo lasciati a noi stessi. Ma come Pietro, ci ricordiamo anche di un amore che non ci abbandona, di una compassione che non ha limiti, e di un perdono che ci viene sempre continuamente offerto. Quando guardiamo il Salvatore di Rublëv possiamo comprendere meglio le lacrime di Pietro, esse Sono lacrime di pentimento ma anche di gratitudine per un amore così grande.Gli occhi del Salvatore, costituiscono il centro dell’icona di Rublëv, trasformandola in un’esperienza spirituale intensa.. Essi non sono teneri né giudicano, non sono pietosi né duri, non sono dolci né severi. Sono gli occhi di Dio, che ci vede nei nostri recessi più segreti e che ci ama con una misericordia divina. A questo proposito Alpatov afferma che davanti all’icona del Salvatore ci sentiamo faccia a faccia con lui. Le labbra del Salvatore, poi, soffiano su coloro che contemplano il suo volto, ricordando che il Signore è il creatore delle cose visibili e invisibili «dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera» (Sal 33,6). Nella creazione dell’essere umano, vi è la presenza di questo soffio a ricordare la sua piccolezza: «Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l'uomo che passa… (Sal 39,6-8).
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