Si
è tenuto nei giorni scorsi presso il salone parrocchiale di Carosino, un
incontro sulla Caritas Diocesana e sulle sue tematiche, fortemente
voluto dal locale parroco don Lucangelo De Cantis. Nata nel 1971 da una
brillante intuizione di papa Paolo VI, che riunì sotto questo nuovo
organismo ecclesiale le oramai superate OPA (Opera Pontificia
Assistenza) e ODA (Opera Diocesana Assistenza), la Caritas è divenuta
oggigiorno forse uno dei maggiori strumenti a favore dei bisognosi e
degli emarginati. Una istituzione diocesana e, quindi, parrocchiale, che
sovrintende un grande spirito del donarsi agli altri attraverso il
volontariato religioso ma anche laico, i quali assegnano un altissimo
profilo sociale a questi interventi, se è vero com’è vero che il
sodalizio è impegnato a largo tondo verso persone di qualsiasi
estrazione culturale, etnica e di fede religiosa. All’incontro
carosinese, aperto all’intera comunità locale, hanno partecipato anche i
componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale di Carosino ed una
nutrita schiera di soggetti che sostengono a diverso titolo tale
progetto. Don De Cantis ha confessato che era da tempo che rincorreva
questa serata comunitaria, sicuramente molto importante per l’intero
tessuto sociale carosinese, non nascondendo l’interesse di portare a
completamento un impegno già sperimentato in via provvisoria nel corso
del suo primo anno pastorale trascorso a Carosino. Alla luce di tale
esperienza, la comunità di Carosino necessitava oramai di una sorta di
“maturità” organizzativa ed informativa, anche per gestire meglio
l’afflusso non solo di richieste e di beni, ma anche di materiale umano.
Tutte problematiche alle quali è stata data puntualmente risposta dalla
presenza all’incontro di don Gaetano Borsci,
da
tempo responsabile dell’organismo diocesano e di due suoi collaboratori.
Don Nino, come viene familiarmente chiamato il Direttore Diocesano
della Caritas si è soffermato in particolare sul vero significato di “caritas”,
sottolineando che “ ….la carità non è riservata ad un gruppo specifico
di persone, ma è un impegno che abbraccia tutta la comunità ed alla
stessa è diretto.” In pratica non è l’uno che si occupa degli altri ma
sono persone organizzate e preparate che in maniera del tutto volontaria
aiutano tutta la comunità a essere se stessa, nell’ottica cristiana. “In
questo settore - ha inoltre precisato don Nino dall’alto della sua
ultradecennale esperienza - sono importanti le attività di
“accoglienza”, di “ascolto” e di “risorse”, che portiamo avanti
attraverso la logica del “lavoro in rete”, basato cioè sulla
collaborazione con altri enti sociali ed istituzionali presenti sul
territorio.” E’ questo, molto probabilmente, uno dei primi handicap che
va superato nelle parrocchie molte delle quali, senza una vera
collaborazione di “rete” attraverso la quale far viaggiare non solo beni
e servizi ma anche nomi, luoghi e necessità degli assistibili, rischiano
di non centrare il progetto. La Caritas, ha concluso poi don Nino, non è
e non intende sostituirsi agli organi “istituzionali” di assistenza, ma
persegue un proprio risvolto pedagogico, che presuppone prima del fare,
l’educare. Proprio per tale motivo i volontari, nel corso di questa loro
missione, frequentano un apposito corso formativo che gli permette di
recepire meglio i dettagli della propria missione. Alla disponibilità di
don Nino e dei suoi collaboratori ad affiancare la comunità carosinese
in questo progetto che per alcuni versi è già attivo in parrocchia,
hanno risposto sia il parroco di Carosino Don Lucangelo De Cantis che il
vicario don Graziano Lupoli i quali, unitamente a chi ha già
sperimentato questa forma di associazionismo, si sono detti interessati
a perseguire tali fini.
Floriano
Cartanì
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