LA MADONNA DELL'URAGANO

Storia e tradizione popolare

 

Non c’è nel mondo cristiano un paese, una città, un villaggio, che non abbia un tempio o una cappella dedicata a Maria, nelle sue innumerevoli denominazioni. E Carosino non è da meno. Forte la tradizione e la fede dei carosinesi per la Madonna a cui è intitolata la Chiesa Madre e a cui i carosinesi ed il circondario si rivolgono con il titolo di "Madonna delle Grazie di Carosino". Gia dalla fine del '900 (leggi il testo di Luisa Padovano "La Madonna delle Grazie di Carosino"), venne eretta una cappella intitolata a Maria con un meraviglio affresco a Lei dedicato ancora presente all'interno della Chiesa Madre.

La tradizione ci ha tramandato l'intervento miracoloso di Maria che ha protetto i cittadini di Carosino, per lo più contadini, e il piccolo centro abitato durante un terribile uragano (26 novembre1864) che distrusse gran parte dell'allora abitato di Carosino.  Come si legge nel libro del compianto Biagio Cinque "Carosino - Sopravvivenze storiche di una comunità" Mandese editore : 

 

 

... Concludiamo ricordando un'altra sopravvivenza non solo folcloristica, tramandata da un componimento in vernacolo, riguardante il famoso uragano del 26 novembre 1864 (omissis) ...

"L'Urracanu a Carusinu" è un testo tramandato oralmente e poi trascritto, forse anche per comodità di chi doveva recitarlo alla funzione religiosa; il tema è costituito dagli effetti rovinosi dell'uragano del 1864. Il vernacolo non sembra allontanarsi molto dall'attuale (l'unico segno dell'arcaicità del componimento potrebbe essere quell'"ogni Santu" inteso come sinonimo di Novembre) ciò che conferma un eventuale processo di volgarizzazione, interpolazione e degradazione; il metro è molto incerto e si pensa piuttosto ad una prosa ritmica di intonazione popolare, con assonanze e rime facili; forse anche la struttura ritmica andrebbe ricostruita, secondo una certa intelaiatura che traspare appena. Non manca qualche incongruenza. Infatti, si parla di un solo morto (l'uomo) e non dell'altro (la bambina); ciò potrebbe anche spiegarsi come un'accentuazione dell'intervento taumaturgico della Madonna che, nonostante la straordinaria potenza dell'uragano, ridusse le vittime, ma non i danni al paese e all'agro. Cosi fu e, infatti, come si evince dalla deliberazione del Consiglio Comunale del 27 novembre 1864, urgentemente convocato per l'occasione, il centro abitato fu per due terzi distrutto mentre la stabilità della parte rimanente era seriamente compromessa tanto da lasciare gran parte della popolazione senza tetto ed in uno stato di comprensibile sconforto. La tragedia toccava maggiormente le classi meno abbienti per le quali quell'unica casa era il sacrificio di un'intera esistenza...

 

 

Come si evince dal testo del Prof. Cinque l'uragano ha causato grandi danni al centro abitato. La morte di soltanto due persone (dati riscontrati dallo stesso Prof. Cinque presso gli archivi Parrocchiali e Comunali) è considerato dagli abitanti di Carosino come intervento protettore della Madonna "Spanni lu mantu sobbra alla genti" (bellissima questa immagine della Madonna che protegge il paese con il suo mantello) e dalla quale si intravede tutto l'attaccamento dei carosinesi per la Madonna; la prima cosa gli abitanti di Carosino fanno, passato l'uragano, è andare in Chiesa, nell'allora Cappella dedicata alla Madonna a ringraziare quell'immagine a cui sono particolarmente affezionati " E lu sicundu giurnu ca fu la Trinitati scià vitimu a Maria" (anche il termine affettuoso, ... a Maria... indica un profondo attaccamento alla Madonna, quasi amichevole).

Quanto possa esserci di miracoloso in una avvenimento del genere non spetta a noi dirlo, certo è che ancora oggi Carosino ricorda  quei momenti sicuramente terribili e disastrosi recitando, alla fine della S. Messa vespertina, parte della poesia  "L'urracanu a Carusino".

 

 
 

L’URRACANU A CARUSINO

L’URAGANO A CAROSINO

 
 

Lu vintisei ti ognisanto

a Carusinu fu lamientu cranni

oh! Diu nu turmientu

ni vuliscti mannà

 

Prima tlu tirrori

lu vientu minacciava

li crannini minava

la terra supranò

 

Lu Diu tla giustizia

casctia comu voli

contro lu piccatori

nu flaggellu priparò

 

Ordina a n’urracanu

vani a Carusinu

porta ogni ruvina

lu vogghiu suttirrà

 

Si parti l’urracanu

si parti cu gran tirrori

si parti cu gran furori

la terra squnquassò

 

La genti tla campagna

ca sctavunu alla fatia

ticevuni: figghiu mia

a do t’agghià sce truvà?

 

Ticevunu li furasctieri

sciamu a Carusinu

vitimu la rruvina

ca nu vutu addà

 

Li casi sgarrupati

minati a ‘nterra chiani

do sctavunu li cristiani

rimanevnu sani

 

Na ghiù giratu sctrati

tutti interamenti

e quantu na nu muertu?

unu solamenti

 

Nu giovini tantu amatu

ca era lu cunfuertu nuesctru

e ci non c’era ‘ssutu

srai non c’era muertu

 

E lu sicundu giurnu

ca fu la Trinitati

scià vitimu a Maria

quera ca nà libbiratu

 

Stonu tutti li crisctiani

ca sentunu la messa

Maria alli vigilanti si svela

senza lasctra ‘nanti

 

Mo vi ce faci la Vergini

la Matri tl’amori

rumpiu li vitru

e assiu fori

 

Spanni lu mantu

sobbra alla genti

ti quiru gran turmirentu

ni vuliu libberà

 

La genti capesce allora

ca ha sctatu la Madonna

quera ca assutu fori

e ca a tutti libberò

 

Si sintiu tra la chiesia

matri ti tonu lu cori

proteggimi mo e sempri

cu ttttu lu tu amori.

 

 

Il ventisei di novembre

a Carosino ci fu un lamento

oh! Di che tormento

hai voluto mandarci

 

 Prima della terrore

il vento forte spirava

la grandine veniva giù

cosi forte da coprire il terreno

 

Il Dio della giustizia

può fare ciò che vuole

volle punire il peccatore

mandandogli un flagello

 

Ordina ad una tempesta

di recarsi a Carosino

di distruggerlo

di non farne rimanere traccia

 

Parte un uragano

parte con gran terrore

parte con gran furore

al suo arrivo la terra distrugge

 

Le persone che si trovavano nei campi

intenti al lavoro

guardando verso il paese, il tifone

erano preoccupati per i propri cari

 

Dicevano i forestieri

andiamo a Carotino

vedremo la rovina

che è accaduta la

 

Le case distrutte

buttate per terra

dove c’erano le persone

restavano comunque sane

 

ho visto le strade

tutte una per una

quante persone sono morte?

Una soltanto

 

Un ragazzo amato da tutti

che agli altri dava conforto

se non fosse uscito

non sarebbe morto

 

E il secondo giono

quello della trinità

facciamo visita a Maria

colei che ci ha liberato

 

Ci sono tante persone

che ascoltano la messa

quando la Madona si svela

senza il vetro di protezione

 

Allora tutti pensano

che la Madre dell’amore

durante l’uragano

ruppe il vetro della nicchia

e venne fuori

 

Stese il suo manto

sulle persone di Carotino

e dal quel tormento

li volle liberare

 

La gente comprende solo allora

che è stata la Madonna

colei che uscì fuori

e che liberò tutti

 

Si sente dentro la chiesa

Madre mia ti dono il mio cuore

proteggimi adesso e sempre

con tutto il tuo amore.